In nomine Domini

Stemmi Episcopali

Card. G. Battista Montini


In nomine Domini’ è il motto di Papa Paolo VI e ha una sua piccola storia, raccontata dal vicepostulatore della causa di beatificazione, il bresciano don Antonio Lanzoni. Egli l’ha scelto nel momento in cui è stato eletto Arcivescovo di Milano, perché quando si diventa vescovi la tradizione vuole che si dica in una frase (solitamente in latino) lo stile che contraddistinguerà il proprio ministero.
Quando Mons. Giovanni Battista Montini, che era in Segreteria di Stato a Roma, venne destinato sulla cattedra di S.Ambrogio, fu chiesto anche a lui quale frase avrebbe voluto per il suo stemma episcopale. Allora il motto da Lui scelto - dicono le cronache - fu questo: ‘Cum Ipso in Monte’, che significa ‘Con Lui, solo con Lui sul Monte’.
Del resto il suo cognome Montini richiamava il monte. E Lui aveva costruito una felice sintesi nel comporre la frase: ‘Con Lui sul Monte’. Curiosamente è un rimando, questo, all’episodio della Trasfigurazione di Gesù e un richiamo esplicito anche alla dimensione contemplativa che il Vescovo eletto sentiva forte dentro di sé.
L’episodio della Trasfigurazione segnerà per sempre la vita di Paolo VI, che lascerà questo mondo per immergersi nella luce di Dio proprio il 6 agosto, Festa della Trasfigurazione. Qualcuno, però, gli fece osservare che questa frase non andava bene per un Arcivescovo di Milano; sarebbe stata più opportuna per un monaco, cioè per qualcuno che era chiamato alla vita contemplativa... ‘in Monte’, appunto, ‘sulla Montagna’. Allora cambiò lo slogan in quello che conosciamo: ‘In nomine Domini’. A Brescia la chiesa di S.Maria delle Grazie è diventata un “Santuario Montiniano”. Vicino a questa Basilica, nel centro della città, c’è ancora oggi la casa di famiglia, dove il giovane GiovanBattista Montini ha vissuto a lungo prima di trasferirsi per il suo servizio a Roma nel 1920.
Da quella casa – è la testimonianza raccontata da lui stesso parlando ai fedeli in un ‘Angelus’ pubblico, nella festa della Natività di Maria (8 settembre) – come dimenticare il santuario della Madonna delle Grazie a Brescia, vicino alla mia casa? In quel tragitto, dalla mia casa andando in quel Santuario, è maturata la mia vocazione sacerdotale”.
Nel rendere la nostra testimonianza di amore a Dio, che ci ha chiamato, alla Chiesa che serviamo e al mondo che portiamo nel cuore San Paolo VI ci sarà di aiuto, di sostegno, di incoraggiamento. Come lui ha camminato mettendo in pratica il mandato ricevuto, così anche noi impegniamoci nel nostro cammino di fedeltà al
Signore ‘in nomine Domini’: senza di lui, infatti, non possiamo fare nulla, ma tutto possiamo nel suo nome, cioè con la sua grazia.
Mons. Pasquale Macchi, suo fedele segretario, lo conferma: al fondo di tutto nel cuore di Paolo VI c’era una profonda e tenera intimità con Gesù: il suo unico Maestro, la sua passione, il suo pensiero dominante.
 

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